Venerdì 8 giugno 2007, Tg1 della notte.
"Scusate, ci è appena arrivata la notizia della navetta Atlantis che è esplosa con sette astronauti a bordo. [...] La navetta doveva raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale orbitante per una missione di 11 giorni, invece ora è arrivata questa notizia. La navetta è esplosa con sette astronauti a bordo ..."
Come se nulla fosse successo la giornalista continua a leggere le notizie. Solo verso la fine del Tg questa stessa riappare e, dopo un lungo sospiro, come rattristata nel dover dare una nuova notizia, rettifica:
"Dobbiamo scusarci con i telespettatori, abbiamo letto una agenzia che purtroppo [sic] era sbagliata, quindi noi abbiamo dato la notizia della esplosione in volo dello Shuttle Atlantis, invece lo Shuttle è partito regolarmente..."
Sapete cosa è accaduto in Viale Mazzini? Qualcuno ha tradotto "blast off" con "esploso" invece che con "decollato", senza verificare prima di dare una notizia così importante.
La verifica, inoltre, era semplice: bastava guardare le immagini in diretta su NASA TV.
Ma la gaffe più clamorosa di Rai 1 dai tempi della diretta di Tito Stagno è fatta, ed è solo l'ultimo esempio della crescente imprecisione dei media e dell'analfabetismo scientifico in cui vive la maggioranza della popolazione italiana, giornalisti compresi, dove un'indagine Doxa afferma che l'89 percento ammette di non conoscere l'Ente che si occupa di spazio e solo il 4 percento sa che si tratta dell'ASI.
La gaffe, che viene descritta sul numero di questo mese di Le Science, commentata dal Prof. Roberto Battiston, ordinario di fisica generale all'Università di Perugia, è visibile on line su You Tube.
Guardatela, merita davvero!
I giornalisti non fanno che amplificare la disinformazione scientifica e confermano la regola.
Fateci caso, quando i Tg parlano del disastro dello shuttle Columbia, disintegratosi al rientro nell'atmosfera nel 2003, mandano sempre in onda le immagini ben più spettacolari del disastro del Challenger del 1987, esploso subito dopo la partenza.
Ovviamente l'analfabetismo scientifico non riguarda solo le notizie sullo spazio.
Continua infatti Battiston ammettendo l'ignoranza degli italiani in fatto di semplici nozioni di statistica o matematica elementare, ovvero come siano troppe le persone che non comprendono che statisticamente è provato che il gioco del lotto (uno tra i più popolari) è anche quello più svantaggioso fra i giochi d'azzardo.
E che dire allore di quelle trasmissioni continuamente in onda sulle reti RAI, in cui brulicano maghi e fattucchiere e si dispensano oroscopi senza ricordare che questi non solo non hanno alcun fondamento scientifico ma si potrebbero palesare come abuso della credulità popolare. Vedi proposta di legge Art. 421-bis
Si veda anche a questo proposito un utile vademecum per difenderci da chi ci vuol fare credere che l'astrologia abbia fondamento, su Torinoscienza.
Se nella scienza gli italiani si dimostrano dei somari, ancor peggio si potrebbe dire nella comprensione che hanno delle nuove tecnologie e di Internet.
Perfino il filosofo Gianni Vattimo, di cui tutto si può dire tranne che sia una persona non acculturata, scrive (nell'articolo "Nel nome del virus, la fragilità dei computer onnipotenti")... "ma ormai il senso di inquietudine che ci prende quando accendiamo il computer è una sensazione universale". "... il computer sa fare più cose di quante ne so fare e fargliene fare io, e spesso, quando tocco inavvertitamente un tasto, sfugge al mio controllo.."
"Gli hacker che mettono in giro i virus informatici, a loro volta, li controllano davvero?" "Anche se fosse così, l'inquietudine non diminuirebbe, saremmo sempre nelle mani di misteriosi individui la cui potenza distruttiva aumenta ogni volta che noi mettiamo le mani sulla nostra tastiera ...".
E a parte l'imprecisione lessicale sul termine hacker, il tutto non è molto diverso dal terrorismo psicologico di alcune affermazioni giornalistiche quando avvertono dell'esistenza di un nuovo e potente virus che sarebbe in grado di annientare l'intero parco dei PC mondiali, dimenticando che ogni anno sono parecchi migliaia i nuovi virus in circolazione e che con un buon antivirus per PC o con l'uso di un Mac (senza antivirus) si possono dormire sonni tranquilli.
E' evidente che si ha paura delle cose che non si conoscono. E un tempo erano solo le comete a portare sventura...
Intanto anche oggi su La Stampa il Ministro Fioroni confermava che "Le lacune degli studenti italiani sono enormi. Ma lo sono soprattutto nelle materie scientifiche e in matematica: "Il 44% degli studenti ammessi con debito alle classi delle superiori ha un debito proprio in matematica"
Eppure il problema non risiede nella scienza in sé, come ha dimostrato il Prof. Piergiorgio Odifreddi organizzando il festival della matematica che si è tenuto all’Auditorium di Roma a marzo e che ha attirato folle di migliaia di giovani, tanto che si sono dovute allestire sale supplementari per il tutto esaurito. O che dire della notte europea della ricerca e della notte dei ricercatori, dove scienziati e famiglie si sono incontrati per divertirsi e scoprire un mondo fatto non solo di esperimenti e di nuove conoscenze, ma anche di musica e giochi.
Insomma: quando si fa una sana divulgazione scientifica, la gente apprezza, accorre in massa e si diverte pure.
Sicuramente i mass media tradizionali non aiutano molto a fare chiarezza.
Tuttavia forse qualche cosa sta cambiando nel modo di fare comunicazione. Internet ha segnato il giro di boa per cui è statisticamente risaputo che sempre più persone usano la Rete molto più di quanto non passino ore davanti alla TV.
Ed è di oggi la notizia che Wikipedia, l'enciclopedia a contenuto libero e redatta in modo collaborativo da chiunque navighi in rete sta diventando sempre più un punto di riferimento anche per gli scienziati.
Questi ultimi vi partecipano oltretutto non solo come fruitori ma anche come redattori e, ancora una volta in linea con i tempi che corrono troppo veloci, si sta modificando il modo di fare, di gestire, di migliorare la conoscenza.
Se ne parla sull'ultimo numero della rivista New Scientist.
Che sia un punto di svolta?
Articolo tratto da The Daily Bit, rivista di tecnologie ICT
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