Il 3 novembre di 51 anni fa l'Unione Sovietica mandava in orbita lo Sputnik 2, con a bordo il primo essere vivente a compiere un viaggio nello spazio: si trattava della cagnetta Laika che, nella sua missione senza ritorno, serviva a studiare le reazioni di un organismo vivente nello spazio.
Il suo vero nome era Kudrjavka, ma qualcuno la chiamava anche con l'appellativo di Muttnik (da mutt che in inglese significa bastardino e dal nome della capsula Sputnik 2 su cui era imbarcata).
Laika morì poco tempo dopo il lancio. La capsula era attrezzata per il supporto vitale per sei giorni, ma non prevedeva il rientro, quindi Laika era destinata a una morte certa fin dall'inizio della missione. C'è anche chi, come Dimitri Malascenkov, uno degli scienziati che partecipò all’impresa, rivela recentemente che, quando il mondo scoprì la vera fine della cagnetta, la versione di una "dolce morte" fu la pietosa bugia inscenata dall'allora governo, ma che in realtà la cagnetta era morta 5-6 ore dopo il lancio per stress termico.
Franco Foresta Martin svela invece come recentemente, Oleg Gazenko, uno dei superstiti ricercatori che partecipò al tirocinio di Laika, abbia fatto una pubblica ammissione di pentimento:
«Più tempo passa e più mi rammarico per la nostra scelta. Non era proprio necessaria. Da quella missione non abbiamo imparato tanto da giustificare la tragica fine di quel cane».
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